Vento d’estate…e di Made in Italy

Obbligo di provenienza in etichetta di latte e derivati

“Milk Day”: le origini

Sembra il titolo di un film…in realtà da mercoledì 19 Aprile 2017 è entrato in vigore il DECRETO del 9 dicembre 2016 relativo all’Indicazione dell’origine in etichetta della materia prima per il latte e i prodotti lattiero caseari (in attuazione del regolamento (UE) n. 1169/2011), pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n.15 del 19 gennaio 2017.

Cosa pensate se dico Made in Italy? Subito viene alla mente una fotografia di meraviglie che, nonostante siano accompagnate anche da relative problematiche nostrane, vale sempre la pena ricordare, esaltare e tutelare.

Espressione che evoca in tutto il mondo un richiamo all’eccellenza relativamente ai prodotti italiani.

Si tratta di qualità, sapore e tradizione che contraddistinguono anche la nostra cultura enogastronomica.

Proprio a tal proposito continua l’ondata di chiarezza e trasparenza che la legislazione italiana sta cavalcando in materia di sicurezza alimentare.

Al via dunque l’obbligo di indicare la Provenienza nell’etichetta di latte e derivati.

Giù la maschera dunque a chi marciava sull’utilizzare anche all’estero un’immagine non propria, forte dell’ascendente che il riferimento alla nazionalità italiana esercita sul consumatore.

La “carta d’identità” dei prodotti alimentari in Italia si va quindi ad arricchire di un ulteriore elemento. La normativa europea in materia di etichettatura infatti non prevede obblighi a tal merito ma la scelta dell’indicazione è a discrezione degli Stati Membri.

INFOGRAFICA-Latte-1Fonte immagine (oradellatte.it)

Quali sono le indicazioni obbligatorie in etichetta?

Paese di mungitura: con cui si intende il nome del Paese in cui il latte è stato munto;

Paese di condizionamento e trasformazione: ovvero il nome del Paese in cui il latte ha subito queste ulteriori lavorazioni.

Lecita l’omissione della diversa specifica nel caso in cui il Paese relativo alle suddette informazioni coincida;

in tal caso infatti il tutto verrà racchiuso nella dicitura: “origine del latte: nome del Paese”.

Se le varie operazioni avvengono nel territorio di più Paesi membri dell’Unione Europea, per distinguere i diversi passaggi verranno utilizzate le espressioni:

latte di Paesi UE” per la mungitura, “latte condizionato  o trasformato in Paesi UE” per le fasi di condizionamento o trasformazione.

Qualora invece i Paesi interessati siano posti al di fuori dell’Unione Europea, dovranno essere utilizzate le medesime suddette diciture ma con la specifica “Paesi non UE”.

Poco spazio alla creatività: tali informazioni dovranno essere riportate in etichetta secondo quanto previsto dagli obblighi definiti nel Reg. (UE) 1169/2011, in modo chiaro e visibile.

Innanzitutto cosa rientra nel campo di azione di questa normativa?

In pole troviamo tutti i tipi di latte (vaccino, bufalino, ovo-caprino e di altra origine animale) e prodotti lattiero caseari, preimballati, destinati al consumo umano.

Nello specifico quindi nell’obiettivo troviamo:

Latticello, latte e crema coagulata, yogurt, kefir ed altri tipi di latte e  creme  fermentate  o  acidificate,  sia  concentrate  che addizionate di zucchero o di altri  edulcoranti  aromatizzate  o  con l’aggiunta di frutta o di cacao;

Siero di latte, anche concentrato o addizionato di zucchero o di altri edulcoranti;

Prodotti costituiti  di  componenti  naturali  del latte, anche addizionati di zucchero  o  di  altri  edulcoranti,  non nominati ne’ compresi altrove;

Burro  e  altre  materie  grasse  provenienti  dal  latte;

Creme di latte spalmabili;

Formaggi, latticini e cagliate;

Latte sterilizzato a lunga conservazione;

Latte UHT a lunga conservazione.

Gli esclusi di oggi sono invece i prodotti di cui al  regime  di  denominazioni  di  origine protette  (DOP)  e  di   indicazioni   geografiche   protette  (IGP), riconosciuti ai sensi del Titolo II del regolamento (UE) n. 1151/2012 del 21 novembre 2012 e i prodotti di cui al regolamento (UE) n. 834/2007 del 28  giugno  2007, nonche’ il  latte  fresco (disciplinato  ai  sensi  del  decreto interministeriale del Ministero  delle  attivita’  produttive  e  del Ministero delle politiche agricole e forestali del  27  maggio  2004), per i quali continuano ad applicarsi le  disposizioni  previste  dalla  normativa vigente anteriormente alla data di entrata  in  vigore  del  presente decreto.

latte2Tempistiche di azione?

Pensiamo a tutti i produttori che hanno già portato a stagionatura o immesso sul mercato ed etichettato i loro prodotti prima del 19 aprile…ebbene la normativa si mette una mano sul cuore nei loro confronti e firma un provvisorio armistizio, della durata di non oltre 180 giorni per l’applicazione della norma in toto, così da smaltirli e commercializzarli fino ad esaurimento scorte. Dopodichè sanzioni previste per chi farà orecchie da mercante.

Obiettivo?

Tutelare il consumatore, che potrà compiere scelte consapevoli tra gli scaffali dei supermercati e garantire una visione completa in merito alle informazioni e origini degli alimenti; ulteriore vantaggio sarà  permettere anche una più efficace e tempestiva rintracciabilità da parte degli Organi di controllo.

“Latte” e buoi dei paesi tuoi…recitava più o meno così un vecchio detto…che trova riscontro in una lecita richiesta da parte dei consumatori, mossi da una crescente voglia di consapevolezza e attenzione nei riguardi del cibo, e di tanti produttori, che dichiarando il Paese di origine nelle etichette vedranno tutelato il loro settore di appartenenza nello scenario italiano…nulla togliendo a sistemi di produzione comunque validi seguiti da altri Paesi dell’UE.

Il Ministro Martina ha sottolineato come questo sia un traguardo nella creazione di un ulteriore rapporto “tra il campo e la tavola” e solo l’inizio della battaglia iniziata in Europa che mira ad affermare un nuovo modello di qualità e politica di informazione.

Decreto tutto nostrano dunque..con la speranza che faccia da traino fino a diventare uno standard europeo.

Dall’idea di supportare le nostre filiere e incentivare quindi agricoltura e industria italiane, con effetti positivi sull’economia, c’è sicuramente tutto da guadagnare!