Intossicazione a Perugia: due studenti gravissimi

Come a casa non si mangia da nessuna parte…tutti ci troviamo spesso d’accordo su questa affermazione…dire casa infatti equivale a dire sicurezza, qualità, consapevolezza…ma non bisogna sottovalutare i rischi che spesso si celano dietro una errata conservazione di alimenti dentro e fuori i nostri frigoriferi.

Dopo non aver risparmiato, lo scorso novembre, 6 persone in una nota paninoteca di Roma, il temibile batterio è tornato a colpire due studenti fuori sede, nella città universitaria di Perugia.

Il colpevole questa volta non sarebbe il ciauscolo, principale indagato della scorsa vicenda, ma diversi alimenti arrivati sottovuoto dalla famiglia di uno dei due ragazzi, un 27enne originario della provincia di Lecce e un 21enne di Viterbo.

I protagonisti dell’accaduto sono arrivati nell’ ospedale Santa Maria della Misericordia di Perugia dopo una terribile notte tra vomito, forti vertigini e dolori gastrointestinali.

Uno dei due avrebbe anche avuto un arresto cardiaco.

La causa risiederebbe in cibo mal conservato, probabilmente in barattoli non perfettamente sottovuoto, che, una volta assunto, avrebbe portato a queste gravi conseguenze.

Risultato del test a cui sono stati sottoposti: intossicazione da botulino.

ll botulismo alimentare è un’intossicazione causata dalla tossina prodotta dal batterio Clostridium botulinum.

Batterio tanto piccolo…quanto pericoloso…se infatti da una parte viene utilizzato nel campo della chirurgia estetica, sempre con i dovuti accorgimenti, per immobilizzare la muscolatura del viso e combattere così il male di tante donne, ovvero le rughe, non altrettanto piacevole è l’incontro ravvicinato col batterio negli alimenti a causa degli effetti della sua tossina.

Ma ricordiamone brevemente la carta d’identità.

Residenza? Ambienti privi di ossigeno (come il suolo) e per questo può trovarsi sulle materie prime usate per produrre conserve e prodotti alimentari. Il problema sono le spore molto resistenti, difficili da eliminare con la maggior parte dei trattamenti.

Professione? Batterio anaerobio, gram-positivo sporigeno, ovvero che puo’ sopravvivere sotto due diverse forme: come cellula vegetativa e sotto forma di spora.

Contrassegni salienti? Il Clostridium Botulinum e’ di per se’ inoffensivo. I problemi sono provocati dalla sua tossina; questa interferisce con l’acetilcolina, uno dei neurotrasmettitori che svolgono la loro attivita’ a livello delle terminazioni nervose periferiche, quindi per esempio, laddove i nervi si innestano nei muscoli, impedendo la trasmissione degli impulsi nervosi che comandano la contrazione della muscolatura, causando quindi una paralisi dei movimenti del corpo.

Segni particolari? I sintomi si manifestano mediamente a distanza di 12-36 ore dall’ingestione, anche se si registrano casi anche dopo 15 giorni dall’assunzione. Tra quelli caratteristici vista annebbiata, bocca secca, affaticamento e debolezza, seguiti dalla paralisi vera e propria. Nel 5% dei casi l’esito è fatale.

La principale misura consigliata dall’ISS atta ad eludere il duro corpo a corpo, o meglio “corpo a batterio”, che si verifica in caso di contagio, è quella di evitare il consumo ed eliminare le conserve domestiche e industriali che hanno perso il sottovuoto (riconoscibili dai tappi che si piegano verso il basso ed emettono il “click” alla pressione delle dita).

Contaminazione da mettere in conto anche per quei barattoli con visibile perdita di liquidi dall’interno o bollicine di gas che risalgono dal fondo. Sono poi da eliminare prodotti dall’odore, colore e consistenza alterata.

Attenzione a non assaggiare questi alimenti: anche una minima quantità contaminata dalla tossina botulinica può essere estremamente pericolosa.

Un tempo erano i salumi la principale fonte di intossicazioni, ora meno nell’occhio del ciclone grazie all’uso dei nitriti e altre sostanze con proprietà antibatteriche.

Oggi gli alimenti che più spesso sono fonte di botulismo sono le conserve di vegetali in barattolo o in scatola che non vengono trattati in modo adeguato soprattutto nell’ambito domestico e a seguire quelle di pesce; tra gli errori più frequenti sanificazioni e pastorizzazioni scorrette, contenitori con chiusure non ermetiche, conservazione e consumo di prodotti aperti dopo diversi giorni.

Per non parlare delle marmellate casalinghe, rischiose a dispetto delle mani premurose per eccellenza da cui vengono preparate, che però nel fai-da-te o nei dosaggi arbitrariamente ridotti delle quantità di zucchero possono causare un ambiente più adatto alla crescita di muffe e batteri, Clostridium compreso.

Noi intanto speriamo che i ragazzi, ospiti sfortunati del temibile batterio, abbiano la meglio su di esso…

e che venga posta attenzione, anche tra le sicure mura domestiche, a tutti quei rischi legati alla Sicurezza alimentare…troppo spesso sottovalutati!

A cura di Doriana Gregori