Chi lo sceglie per moda, chi perché ci crede davvero, qualunque sia la motivazione resta il fatto che bio piace. Ma siamo sicuri che tutti i prodotti che vengono venduti come biologici, lo siano effettivamente? Sappiamo cosa significhi produrre bio? Ieri sera a Ballarò su RAI 3, si è parlato di questo argomento, e del falso mito che il biologico molto spesso costituisce. Ci sono inchieste di alcune Procure in Italia, tra le quali quelle di Verona e di Pesaro, per prodotti spacciati come biologici, ma che in realtà provengono da agricoltura convenzionale, creando un giro di affari di 220 milioni di euro. In queste inchieste sono coinvolti imprenditori agricoli e organismi di certificazione compiacenti, che certificavano come biologici prodotti convenzionali, che mostravano presenza di erbicidi e diserbanti, ma con quattro fogli, qualche timbro e qualche euro, si compiva il miracolo ! Un biologico fatto di carte, imbrogli, frodi in commercio e falsificazioni di certificati, a discapito dei consumatori e dei coltivatori onesti.
Avena, orzo, mais e soia acquistate in Kazakistan provenienti da produzioni convenzionali, fatte transitare per Malta, dove enti di certificazione suddetti falsificano i certificati per far uscire i prodotti “puliti” per essere spediti in Italia.
Il sistema dei controlli è quanto meno da rivedere: in Italia ci sono 13 organismi di certificazione accreditati Accredia, che vengono pagati dai loro controllati, così come anche la maggior parte dei sistemi di gestione qualità aziendali. Forse qualcuno dovrebbe scomodarsi dalle poltrone comode per andare a verificare l’operato dei controllori sui controllati.
Ci auspichiamo che le inchieste portino dietro le sbarre i truffatori, e si pulisca davvero il campo lasciandolo agli imprenditori onesti ed ai consumatori consapevoli, che per ora restano abbastanza scettici.