Il D.M.33 del 22 Gennaio 2018 del Ministero della Salute limiterà l’uso di fitofarmaci per un uso non professionale. Quelli disponibili saranno davvero ridotti e questo costringerà molti a dover affrontare un corso di abilitazione per conseguire successivamente un “patentino”. Gli appassionati più in difficoltà saranno quelli più avanti negli anni, che si troveranno a fronteggiare costi e tempi che spesso non sono nelle condizioni di sostenere, scoraggiando così questo hobby. Ma questo è soltanto uno dei molteplici aspetti da considerare.
Gli hobbisti, producendo e consumando i loro prodotti, sono solitamente i più attenti al rispetto ambientale e all’ecosostenibilità delle colture. Con le limitazioni previste dal decreto saranno sempre di più quelli che trascureranno questa sana pratica.
Potranno essere intaccate anche le piccole realtà organizzate che, con l’impossibilità di utilizzare difese efficaci, andranno progressivamente ad abbandonare le piccole coltivazioni in aree fragili, in particolare in montagna.
Le aziende produttrici di agrofarmaci non resteranno indenni da questo processo di cambiamento. Gli agrofarmaci per uso hobbistico saranno limitati e il mercato ne risentirà fortemente (il valore del mercato è stimato intorno ai 50 milioni di euro). Un probabile danno per l’economia e per i dipendenti che operano in questo settore.
Infine, come spesso accade, per risolvere alcune situazioni qualcuno potrebbe rivolgersi ai prodotti online, non sempre controllati e approvati, o a prodotti di composizione non sicura che non solo potrebbero essere non efficaci, ma perfino dannosi.
Come evolverà il processo? Verranno ridimensionate le misure del nuovo Decreto Ministeriale? Si troverà un compromesso fra le disposizioni di legge e le piccole realtà agricole?
Staremo a vedere.
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