“OPERAZIONE CONSAPEVOLEZZA”

ESPORTAZIONE PRODOTTI ALIMENTARI NEGLI USA

50 sfumature di grigio per la nuova etichetta…e novità nelle informazioni nutrizionali.

Continua il nostro viaggio negli USA: oltre al nuovo sistema HARPC, l’FDA (Food and Drug Administration) ha regolamentato l’importazione e vendita di alimenti tramite nuove norme in materia di etichette dei prodotti confezionati.

Per vendere negli Stati Uniti le industrie americane e non dovranno adottare sui prodotti le nuove tabelle nutrizionali (denominate “Nutrition Label”).

Se chiudiamo gli occhi e pensiamo al cibo americano riusciamo quasi a visualizzare ed i più appassionati perfino a sentire l’odore di quei super hot-dog, pancake, chips e salse a volontà..

Un’idea probabilmente radicata nel nostro immaginario, che associa le loro abitudini alimentari  ad una cucina non del tutto sana…semplici pregiudizi?

Sta di fatto che il tasso di obesità negli Stati Uniti non accenna a diminuire..da qui l’incentivo a fornire maggiori indicazioni ai consumatori, sperando di muoverne la consapevolezza..e di conseguenza smuoverne le coscienze..con l’obiettivo finale di andare a ridurre malattie cardiovascolari e patologie correlate all’obesità.

Questa la spinta nel voler cambiare le regole in gioco e apportare modifiche tali da aiutare i consumatori a fare scelte più oculate e meditate tra gli scaffali del supermercato.

Il “countdown” , per dirla all’americana, per predisporre le nuove tabelle nutrizionali è iniziato a partire dal 26 luglio 2016  e il tempo a disposizione dei produttori per adeguarsi alle novità introdotte sarà pari a 1 anno, quindi 26 luglio 2018, per le aziende che fatturano più di 10 milioni di dollari/anno mentre è concesso un anno in più per quelle con un fatturato inferiore a questa soglia.

Ma in cosa cambia l’etichetta? E davvero l’introduzione di questi elementi potrebbe aprire le menti in termini di cambio di abitudini alimentari e maggiore prevenzione?

Vediamo nel dettaglio conferme e cambiamenti della tabella nutrizionale, mettendo a confronto il pre e post modifiche.

Nutrition FactsInnanzitutto un cambio d’abito, sempre fedele alle tinte in bianco e nero, ma con bordi ben netti, caratteri più grandi e in grassetto per evidenziare le voci relative a “Porzioni” e “Calorie”, con l’obiettivo di dare ad esse maggior risalto e catturare l’attenzione del consumatore relativamente a questi aspetti.

In merito alle porzioni, le cosiddette “Serving Size”, sono apportati cambiamenti non solo grafici ma anche nelle quantità di prodotto ritenute sufficienti a soddisfare le esigenze nutrizionali. Tali informazioni variano ovviamente da prodotto a prodotto e vengono espresse in “cup” (tazza), unità di misura che va ponderata sulla base della tipologia di alimento.

Porzioni dunque che siano lo specchio degli effettivi consumi della gente. Ne consegue la necessità di aggiornare quindi anche le percentuali di ciascun ingrediente in tabella.

Se il prodotto è poi contenuto in un imballo multiporzione, tale da poter essere consumato sia in un’unica volta che a più riprese, sarà necessario indicare le informazioni nutrizionali anche come “Serving per container”, ossia per confezione, attraverso l’utilizzo di una tabella a doppia colonna.

Ulteriori indicazioni sono quelle in merito a Vitamina D e Potassio, attori protagonisti rispettivamente nella calcificazione delle ossa e nel controllo della pressione, e troppo spesso lasciati dietro al sipario nella dieta tipo dell’americano medio.

Entrambi i nutrienti, così come Calcio e Ferro, saranno espressi come quantità effettiva in grammi e percentuale del valore giornaliero (DV%).

Diventa inoltre volontaria la dichiarazione dei quantitativi di Vitamine A e C, alla luce di una non rilevante incidenza di tali carenze; viene eliminata la voce “calorie da grassi” mentre quella relativa a “Grassi totali”, “Grassi saturi” e “Grassi trans” è confermata.

Dulcis in fundo, nel vero senso del termine, tra le novità più significative c’è l’obbligo di indicare i grammi di “Zuccheri aggiunti”, con cui non si intendono solo monosaccaridi e disaccaridi tal quali, ma anche quelli “sotto mentite spoglie”, ossia derivanti da sciroppi, miele e succhi di frutta concentrati. Il consumo di bibite zuccherate e di dolci, in dosi eccessive rispetto al fabbisogno, ha portato infatti l’attenzione verso questi “nemici” invisibili…ma ben “pesanti” in un quadro nutrizionale. Tale dichiarazione deve essere espressa in grammi e DV%.

L’eterna lotta” Food vs Man” negli USA, che vede da sempre una vittoria schiacciante a favore del cibo, secondo queste prospettive avrebbe i tempi contati…e le Industrie che vogliono esportare in America dovranno tener ben a mente la crescente voglia di sensibilizzare il consumatore.

Insomma “pancia mia fatti capanna”… ma non prima di aver letto con attenzione l’etichetta!

Contattaci per informazioni così da supportarti nella messa a norma delle nuove tabelle nutrizionali.