IN VIAGGIO CON…LA LEGIONELLA

Presunto caso in Atac

Ma quali possenti predatori…leoni, squali…grandi e grossi ma non più temibili di loro: i Batteri, tra cui lei…

la Legionella!!

Batterio tanto piccolo…quanto pericoloso. Il nome, già di per sé, ne dà un’idea, dal momento che c’è un chiaro richiamo ai veterani della Legione Americana. In realtà il rimando agli ex combattenti non nasce con lo scopo di intimorire bensì di evocare la prima entrata in scena del batterio, dal momento che in sede di un loro raduno, in un albergo di Philadelphia, furono i primi a contrarre una forma di polmonite, per alcuni mortale.

Dunque non fu nessuna arma biologica o “attacco alieno” la causa, piuttosto un “semplice” batterio gram-negativo, fino ad allora sconosciuto, di pochi µm di grandezza ma in grado di scatenare patologie, anche di notevole rilievo.

Dopo non aver risparmiato e tantomeno essere intimorita, nel 2014, dalle “toghe” della Corte d’Appello di Roma, la Legionella sembra essere tornata a rispondere “presente” all’appello nella Capitale.

Questa volta il presunto caso è avvenuto in zona Tor Sapienza, nello stabilimento dell’ATAC, la nota azienda che gestisce il trasporto pubblico.

Il 20 Marzo scorso infatti la rimessa ha ricevuto la visita di due medici della Asl, recatisi sul posto per raccogliere e verificare informazioni relative a un dipendente. L’impiegato infatti sarebbe stato ricoverato all’ospedale di Rieti con una diagnosi di broncopolmonite.

Considerazioni emerse dal sopralluogo?

Condizioni igieniche della rimessa rivelatesi decisamente precarie.

Anche il parlamentare Vincenzo Piso ha espresso il suo disappunto nei riguardi di condizioni sanitarie da lui definite “pietose”, in cui verserebbero le aree dell’impianto, ritenendo gravissimo l’eventuale collegamento tra la patologia e la struttura.

Doveroso è il condizionale, non avendo dati sugli esiti e sugli ulteriori sviluppi della vicenda.

In realtà qualche mese prima lo stesso impianto aveva già visto la sostituzione di pannelli contenenti amianto, segno di una necessità di ristrutturazione ma anche di interesse e attenzione alla tutela del lavoratore.

Non bisogna però “mollare la presa”, dato che la posta in gioco è la salute dei dipendenti, nonostante le oggettive recenti difficoltà dell’azienda.

Ma ricordiamo brevemente la Carta d’Identità della Legionella.

Residenza?

Ambienti naturali e artificiali tra cui impianti idrici degli edifici che possono disseminare e amplificare le concentrazioni del microrganismo.

Professione?

Batterio gram-negativo.

Contrassegni salienti?

Le modalità privilegiate di diffusione sono l’inalazione e aspirazione di aerosol contaminato, tramite aria e acqua. Nelle “gocce piccole c’è il mezzo buono” dunque, dal momento che quelle di diametro inferiore a 5 micrometri raggiungono più facilmente le basse vie respiratorie, con un rischio che è quindi inversamente proporzionale alle dimensioni.

Segni particolari?

Ben due le forme di patologie indotte:

-la malattia del Legionario, corrispondente a una polmonite con o senza manifestazioni extrapolmonari;

-la Febbre di Pontiac, forma simil-influenzale meno grave.

Fondamentale quindi è la Prevenzione e l’adozione di misure tecniche, organizzative, procedurali ed igieniche idonee, al fine di minimizzare il rischio ed eludere il corpo a corpo, o meglio “corpo a batterio”, che si verifica in caso di contagio.

A tal proposito, nella seduta del 7 Maggio 2015, nella Conferenza Stato-Regioni, sono state approvate le Linee Guida per la prevenzione della Legionellosi, documento che va a riunire, aggiornare ed integrare in un unico testo tutte le indicazioni riportate nelle precedenti normative.

Victor Hugo diceva che “dalla conchiglia si può capire il mollusco, dalla casa l’inquilino”;

in questo caso da edifici con impianti di condizionamento e idro-sanitari obsoleti è lecito mettere in conto la “residenza” in essi della Legionella.

Se non piacciono i batteri si è decisamente sul pianeta sbagliato….

e anche sull’autobus sbagliato, nel caso della vicenda dell’ATAC!

Noi intanto speriamo che si faccia chiarezza e che ad ogni modo la situazione si risolva con una pronta guarigione del lavoratore…e con la manutenzione degli ambienti di lavoro…visto che il rischio è sempre in agguato, soprattutto se le condizioni sono favorevoli.